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Tra i primi intellettuali ebrei costretti a fuggire negli Stati Uniti all'avvento del Nazismo, Kurt Goldstein (1878-1965) aveva tratto dalla sua esperienza clinica con i feriti della prima guerra mondiale una concezione complessa e originale del danno celebrale e dei disturbi neurologici, estendendone le potenzialità euristiche fino a delineare un approccio generale alla salute e alla malattia. Il contributo di Goldstein si colloca al punto di inserzione fra diverse prospettive teoriche in neurologia e in psicologia ed ha ispirato numerosi indirizzi psicoterapeutici anche eterogenei, di orientamento umanistico ed esistenziale, la Gestalt-therapy, le psicoterapie a mediazione corporea. La sua opera, che comprende oltre 300 pubblicazioni, non è ancora disponibile in lingua italiana: né il famoso saggio sull'afasia del periodo tedesco, né il libro del 1934 Der Aufbau des Organismus, più noto nella versione inglese del 1939, The Organism, e recentemente riproposto con Prefazione di Oliver Sacks (1995), né le prestigiose William James Lectures dalle quali fu tratto il libro del 1940 Human nature in the light of psychopathology. Proponiamo qui una selezione di scritti del periodo americano, pubblicati tra il 1951 e il 1959, che ci offrono un Goldstein più vicino agli sviluppi della psicologia del secondo dopoguerra e alle problematiche ereditate dal nostro secolo.